Home Controtendenza > Territorio > Valle Varaita
La Val Varaita con i suoi 60 km di estensione rappresenta uno dei patrimoni più preziosi delle nostre Alpi cuneesi. Racchiusa dalla Valle Maira a sud e la Valle Po a Nord è sovrastata dall’imponente gruppo del Monviso raggiungibile seguendo i moltissimi percorsi adatti a tutti.
Il Monviso (3481mt) “Il Re di Pietra” è il vero signore della zona ed è proprio da Casteldelfino che partì la prima salita assoluta verso la vetta nel 1861.
Una terra affascinante, un viaggio in Val Varaita ha poco a che vedere con i consueti viaggi di montagna, certamente è anch’essa patria degli sport outdoor tutto l’anno, ma la tradizione la fa da padrona. C’è qualcosa di unico nel modo in cui la cultura occitana è rimasta radicata in queste valli, un sentimento arcaico e profondo che tramanda usanze originatesi 2000 anni addietro e che i più ignorano, perché poco conosciute. La Valle infatti conserva un grande patrimonio artistico e culturale dovuto proprio alla fusione tra la cultura alpina e quella occitana.
E’ la terra degli artigiani del legno, delle ceramiche di Rore e delle arpe di Piasco, famose in tutto il mondo.
Le notizie storiche relative ai periodi preromano e romano sono frammentarie ed incerte. Sicuramente fu abitata in periodo preromano, ed alcuni studiosi propongono che Annibale abbia attraversato le Alpi per il Colle dell’Agnello, ma questo fatto non ha alcun riscontro storico, e rimane affidato alla tradizione.
Fase cruciale della storia della Valle è senza dubbio l’invasione nell’anno 950 della popolazione dei Saraceni. Soltanto dopo 22 anni di saccheggi e stragi, con l’intervento del Conte Guglielmo di Provenza, questi furono cacciati dalla Valle. Ancora oggi si festeggia questo evento con la quinquennale “Baio”.
La Val Varaita è una tra più belle ed interessanti valli Occitane e la tradizione del posto si respira in ogni angolo di queste splendide località.
Sicuramente la natura la fa da padrona, la possibilità di praticare escursionismo, arrampicata, sci e ogni tipo di sport outdoor attira moltissimi appassionati e tante famiglie.
Outdoor a parte, tante sono le attrazioni e tanti sono gli appuntamenti nel corso dell’anno che riescono a riportare le emozioni di una storia, mai dimenticata, agli occhi dei turisti e ai residenti e molteplici sono i luoghi e i musei che fanno della storia della Valle e delle sue usanze un vero percorso da seguire e a cui appassionarsi.
La Baìo della Val Varaitae e Sampeyre
La Baio è un carnevale alpino, una festa di armonia e riappacificazione, che affonda le sue radici in tempi antichissimi. La Baio si celebra ogni 5 anni e fa rivivere le tradizioni occitane.
Durante la Baio gli uomini sfilano sfoggiando abiti ornati dal Bindel, tradizionale nastro di seta che veniva usato dalle donne per ornare gli abiti da cerimonia dei mariti.
Il bindel è dunque simbolo di ricchezza per chi lo portava: più alto era il numero di bindel sulle vesti, più grande era il potere che la famiglia dell’uomo esercitava sull’intera comunità.
Oggi le Baio sono quattro, tra le quali la più significativa è quella di Sampeyre. Sampeyre è una storica località di villeggiatura, base di partenza per escursioni ed ascensioni, fra cui quella alle Lobbie di Viso (3015m). La seggiovia (divisa in due tronconi), aperta sia in inverno sia in estate, conduce nel magnifico vallone di Sant’Anna. Il lago artificiale è meta di pescatori appassionati.
Molto attivi in campo culturale e turistico sono i centri di Rore e di Becetto, ove ogni anno l’ultima domenica di agosto si svolge il Cianto Viol, passeggiata sui sentieri con canti e balli tradizionali che durano per tutta la giornata.
Santuario di Valmala
Il Santuario di Valmala è il principale della diocesi saluzzese e da alcuni anni tra i più noti dell’intero Piemonte. Il santuario è intitolato a Maria Madre della Misericordia: Il complesso del Santuario è costituito da un’ampia chiesa rivolta al paese, con campanile e grande porticato. La venerazione verso la Madre della Misericordia iniziò sui monti di Valmala nel 1834, anno in cui, la Madonna apparve più volte ad alcuni pastorelli. L’anno seguente, come promesso per voto, venne eretto il pilone sul luogo delle apparizioni e venne dipinta la Madre della Misericordia. Raggiungibile con ogni mezzo, il Santuario offre campi posteggi, piazzali e tavoli per pic-nic.
Casteldefino, La Toureto e il Bosco dell’Alevè
Merita di certo una visita al piccolo centro di Casteldelfino e alla vicina borgata di Torrette.
Torrette vi regalerà scorci davvero mozzafiato, un borgo che conta 23 abitanti d’inverno di cui 4 bimbe la cui somma degli anni fa 22. Dal 2018 è diventato la Borgata dei Presepi, quasi per scherzo
La gente della “Toureto” ha iniziato a creare piccoli presepi e a dislocarli ovunque in borgata.
Casteldelfino è luogo di villeggiatura dove dove potrete visitare la Chiesa di Sant’Eusebio, un edificio romanico del XII secolo caratterizzato da un raro campanile a triplice vela, uno dei due esempi della Val Varaita. La chiesa non è più attiva, se non in particolari ricorrenze, e ospita al suo interno una mostra di santi del territorio. Ancora oltre Casteldelfino restiamo ammaliati dai paesaggi del Vallone di Bellino, una vallata ampia e dolce che offre tantissime escursioni per gli amanti del trekking. Casteldelfino è anche base di partenza per il famoso il Bosco dell’Alevè. Il Bosco dell’Alevè è anche conosciuto come “Bosco incantato”, si tratta di un bosco antichissimo di pini cembri, le cui origini sono riconducibili alle grandi glaciazioni del quaternario, fu ricordato nell’Eneide di Virgilio e nella Historia Naturalis di Plinio il Vecchio. Un vero e proprio tesoro naturale immerso in un paesaggio montano di notevole interesse naturalistico.
Il pinus Cembra può raggiungere i 20 metri di altezza, è una pianta longeva, il più vecchio dell’Alevè ha più di seicento anni. Al centro del bosco si collocano due piccoli laghi: il Lago Secco a 1890 m, che con il tempo si sta sempre più arricchendo di acque, e il Lago Bagnour a 2017 m che, al contrario, si sta trasformando in torbiera.
Chianale uno dei Borghi più belli d’Italia
Chianale, il borgo di legno e ardesia, è un incantevole borgo alpino che ha saputo mantenere il suo aspetto originale conservando un fascino davvero unico. Sapientemente ristrutturato, rispettando lo stile architettonico tradizionale e con il buon gusto dei residenti che hanno sapendo rendere ancor più speciali gli angoli del loro splendido borgo. Passeggiare tra i suoi vicoli, tra le case di pietra, tra gli edifici religiosi ripaga davvero la vista. Nell’ex convento dei Cappuccini, completamente restaurato, è stato da poco collocato il museo del Costume e dell’artigianato tessile di Chianale. Una grande sala ospita molte postazioni e vetrine dedicate all’esposizione degli abiti tradizionali di produzione locale. Cuffie, corpetti, merletti, lunghi e colorati grembiuli da festa o semplici camice grezze, aiutano a comprendere l’evolversi dell’artigianato tessile di questa comunità di montagna.
Museo dell’Arpa Victor Salvi
A Piasco ha sede una delle fabbriche di arpe più importanti al mondo: la “Salvi Harps”.
Nel 2006 venne aperto il museo aziendale Museo dell’Arpa Victor Salvi, del quale consigliamo vivamente una visita.
È il primo ed unico museo al mondo interamente dedicato all’arpa, alla sua storia e al suo universo sonoro, in una struttura polifunzionale che comprende uno spazio espositivo, un auditorium, l’ingresso con la biglietteria e il MuseumShop, lo spazio vendita del Museo.
Il Museo nato per ospitare a rotazione, la collezione di oltre 110 arpe antiche, ispirata da Victor Salvi, è oggi il riferimento a livello internazionale non solo per gli arpisti, ma per i cultori dell’arte. Merito anche dell’offerta espositiva di questi anni, dei programmi di concerti e rassegne musicali, dei seminari, delle visite e dei laboratori didattici per tutte le istituzioni e privati, realizzati per promuovere la cultura dell’arpa e il suo universo sonoro.
La Fabbrica dei Suoni di Venasca
“La Fabbrica dei Suoni” è luogo innovativo in cui i visitatori sono stimolati ad entrare in contatto, in maniera completa e totalizzante, con l’universo sonoro. Il parco tematico con sede a Venasca si configura come un complesso e articolato laboratorio formativo all’interno del quale si può sperimentare e comprendere, attraverso molteplici attività ludico–ricreative, l’educazione al suono e alla musica. Destinata in prevalenza alle scuole, “La Fabbrica dei Suoni” è diventata ben presto una forte attrattiva per i turisti di ogni età, grazie alle soluzioni innovative e alla spettacolarizzazione dell’esperienza musicale. Oltre alla gestione dei parco-museo.
La fabbrica dei suoni svolge sin dalla nascita anche un’intensa attività di organizzazione di eventi musicali, corsi di educazione alla musica, promuove masterclass volte all’approfondimento della conoscenza degli strumenti cardine della musica occitana e della world music, propone laboratori didattici per gruppi di ragazzi e bambini, organizza e gestisce corsi di aggiornamento per insegnanti, educatori, animatori.
Come ogni angolo della nostra realtà montanara la valle Varaita gastronomica trae le sue radici dalla esigenza primaria della popolazione di coniugare le necessità alimentari con la disponibilità dei prodotti locali, che un tempo almeno erano quelli di una cucina povera e “bianca” (latte, patate e castagne hanno costituito per secoli la base nutritiva di piccoli e adulti). L’invito alla buona tavola della valle Varaita sarà anche occasione per una visita ai paesi e all’incontro con la gente che qui vive. Una cucina antica e ricca di influenze d’oltralpe.
Famosissime Le Raviòles gnocchi di patate e formaggi conditi con burro fuso, i Crosetins preparate con farina di segale, il pane di Melle e Venasca, i dolci e i salumi, il miele e i formaggi.
Il mercato della castagna di Venasca è tra i più importanti d’Italia, qui vengono commercializzate le castagne Bracalla, va varietà più nota e pregiata della zona.
Non si può dimenticare a Costigliole Saluzzo il Quagliano, vino d.o.c. rosso da dessert che trae il suo nome dall’omonimo vitigno.
Nella zona che si estende tra i Comuni di Melle e Frassino si produce il famoso e molto apprezzato Tomin dal Mel, particolare formaggio a pasta morbida.
Il tumin dal Mel è ufficialmente registrato nell’albo dei prodotti tipici della Regione Piemonte ed è attualmente in corso il procedimento per il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (D.O.P) per valorizzare e tutelare la tipicità del nostro prodotto nei confronti del consumatore.